lunedì 29 agosto 2016

Suicide Squad (2016)

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L'agente governativo Amanda Waller (Viola Davis) decide di assemblare la Task Force X ovvero una squadra composta solo da super-criminali - Harley Quinn (Margot Robbie), ovvero la morosa del Joker (Jared Leto), l'infallibile cecchino Deadshot (Will Smith), il pirocinetico El Diablo (Jay Henrnandez), il ladro Capitan Boomerang (Jai Courtney) e il mostro Killer Croc - da utilizzare come pedine in missioni rischiose.  La trama termina qui per mancanza della materia stessa di cui è fatta una trama. 

"Siamo cattivi. Siamo fatti così" dice l'Harley Quinn interpretata da Margot Robbie non dopo aver sparato in mezzo agli occhi di un povero clochard o dopo aver torturato un bambino, no, lo dice dopo aver rotto la vetrina di un negozio ed essersi chinata per prendere una borsetta. Che cattiveria, eh? Che cattivi che sono i protagonisti di Suicide Squad. E il film di David Ayer non fa che ripeterlo e ripeterlo e ripeterlo. La verità però è che i membri della task force suicida sono acefali testosteronici che fanno a gara a chi fa lo sguardo più da duro; e Viola Davis - senza alcun costume o pelle squamosa o tatuaggi tamarri - rende di ghiaccio le gonadi molto meglio di quanto riesca a fare l'orrendo, osceno e ignobile Joker di Jared Leto, un emo tamarro dagli impulsi adolescenti dalla cui bocca a rana non esce mai nulla di inquietante, surreale o folle. 

Per la prima ora David Ayer si preoccupa di presentare tutti i personaggi mediante sempre lo stesso schema: musichetta-flashback-quanto-sono-cattivo. Tolta una sensuale Margot Robbie e una carismatica Viola Davis, il cast si compone solo di sconosciuti inespressivi tombali capitanati dall'espressivo-quanto-un-frigorifero Will Smith che qualsiasi ruolo faccia sembra sempre il padre de La ricerca della felicità. Essi non interpretano dei cattivi puri bensì degli emarginati sociali che si sono trovati dall'altra parte della barricata più per costrizione che non per scelta. Della serie: non siamo cattivi, è che ci dipingono così. 

Per la seconda ora invece assistiamo alla missione suicida dei cattivoni DC: andare in una zona di New York - e nel film la città sembra grande quanto Roccaccannuccia - dove la strega millenaria Incantatrice, che possiede la dottoressa Moon (interpretata dalla staffellosa Cara Delevingne), e suo fratello Coso chiamato solo "Fratello", stanno gettando il panico in mezzo al nulla e alimentando un cono energetico la cui utilità ci è indecifrabile. E questo è quello che avrebbe dovuto essere il cinecomic scorretto, cattivo (repetita iuvant) e psichedelico in grado di far orinare in dosso la Marvel? No, è solo una noiosissima festa dei coscritti criminali che dopo manco un'ora che si conoscono uno di loro (El Diablo) arriva a dichiarare convinto "Ho già perso una famiglia, non ne perderò un'altra"

Suicide Squad, sfruttando il potenziale dei personaggi messi in campo, avrebbe potuto rappresentare una rivoluzione nel campo dei cinecomics, sprizzare veramente cattiveria da tutti i pori, inondare lo spettatore di immagini violente e divertirlo con azione esaltante, invece, fingendosi più cattivo e politicamente scorretto di quel che è, finisce per essere un prodotto più buonista, ingenuo e rozzo del solito. 

P.s. Il momento clou in slow motion mi ha fatto rimpiangere i rallenty di Zack Snyder. E ho detto tutto.