lunedì 19 maggio 2014

La febbre del sabato sera

La febbre del sabato sera

★★★ ½
Fonte foto: www.movieplayer.it
New York. Anni '70. Tony Manero (John Travolta) è un giovane di origine italiane di diciannove anni che vive a Brooklyn, lavora in un negozio di vernici e frequenta un gruppo di amici con cui esce il sabato sera. La loro meta serale preferita è il locale 2001 Odissey dove Tony è considerato il re della pista grazie al suo grande talento legato appunto al ballo. I suoi coetanei lo rispettano, le donne gli cadono ai piedi, ma lui non se le porta a letto come farebbe chiunque. Una sera vede ballare una ragazza - Stephanie Mangano (Karen Lynn Gorney) - che conoscerà nella scuola di ballo che frequenta e a cui chiederà di partecipare assieme a lui a una competizione di ballo che mette in palio ben cinquecento dollari. Nonostante la differenza d'età e di carattere i due giovani sembrano andare d'accordo fino all'imminente gara di ballo.



La febbre del sabato sera era il film preferito del critico cinematografico Gene Siskel, il collega e amico storico del Sommo Roger Ebert il quale ha scritto una commovente e sentita seconda recensione del film in occasione dell'inserimento ufficiale nella lista dei suoi "Great Movies". Gene vide il film ben 17 volte e arrivò addirittura ad aggiudicarsi a un'asta il vestito indossato dal protagonista nell'ultima scena di ballo sulle note di More Than a Woman dei Bee Gees. Anche io, come Ebert, mi sono domandato dopo aver letto il suo pezzo che cosa mai rappresentasse per Gene il film diretto da John Badham e oltre a sconclusionate e azzardate affermazioni non ne sono venuto a capo e per rispetto alla sua memoria neanche ho intenzione di scriverle, tranne una: forse il film rappresentava per lui un sogno giovanile mai realizzatosi. Entrare in una discoteca con la folla che si separa al suo passare come "le acque del Mar Rosso" e ballare al centro della pista raccogliendo applausi per quello che si ama fare.



Tony Manero è un giovane commesso in un negozio di vernici che non può pensare al futuro quando il presente è oggi e vuol dire ricevere lo stipendio di venerdì invece di lunedì perché sabato sera deve andare a ballare al 2001 Odissey e ha persino noleggiato una camicia per l'occasione. La sua casa è una prigione soffocante: la madre non ha che occhi per suo fratello Frank e ogni volta che lo nomina si fa il segno della croce perché stiamo pur sempre parlando di un sacerdote (la sua foto è ben messa sulla mensola); il padre è da circa quattro mesi che non riesce a trovare lavoro e la nonna a tavola mette a tacere i battibecchi ricordando che c'è del buon cibo in tavola. Tony si pavoneggia davanti allo specchio della sua stanza tappezzata di poster di Rocky e di Al Pacino (foto tratta da Serpico), si brillantina i capelli, si prova la camicia nuova e muove i fianchi e il bacino facendo il suo riscaldamento. 



In un primo momento pensavo che Tony fosse omosessuale, bizzarro perché camminando per strada rischia il torcicollo per le volte in cui si gira per ammirare un bel lato b. Suo padre ha timore che lui sia omosessuale (che nessuno faccia il moralista, parliamo pur sempre di una famiglia d'immigrati italiani cristiani e credenti nei valori quali la famiglia e il matrimonio) salvo tranquillizzarsi quando nota dietro la porta della sua stanza il poster di quella che sembra una delle Charlie's Angeles. Tony potrebbe avere tutte le ragazze che vuole, ma lui non va in discoteca per rimorchiare, bensì per ballare e in questo non lo batte nessuno. Le scene sulla pista da ballo sono tutt'oggi irresistibili. Dalla prima volta in cui mette piede sulla pista ballando in coppia con la dolce Annette al ballo singolo su Should be Dancing che tanto mi fa desiderare di replicare la scena almeno una volta prima di avere le articolazioni pericolanti.



Ma il ballo è solo una piccola parte del film, è solo un pretesto per parlare d'altri argomenti quali l'amore, le scelte di vita, la lotta tra gang, e soprattutto la meritocrazia. Tony e Stephanie partecipano alla gara di ballo indetta dal locale portando un coreografia per nulla arrogante, che non morde la pista con passi veloci e scattanti, ma soffice che non fa nulla per piacere o strizzare al pubblico, ed è insolita la tristezza di Tony nel ballare. I due vincono il primo premio a discapito di una coppia di portoricani molto più meritevoli tanto che Tony da il premio a loro congratulandosi e dicendo "Perché io so che ve li siete meritati". Tony risulta stufo dei suoi amici che non sinceri neanche con lui e piantano grane con tutti inutilmente, stufo di non aver conferme da parte di Stephanie con cui tenterà di avere un rapporto sessuale violento.



Il film non è perfetto e ne sarebbe uscito con una stoffa più intelligente se alcune scene fossero state tagliate: quella verso la fine sul ponte di Verrazzano è gestita malamente e accresce una superficialità in Tony Manero che non è che un danno per un personaggio dalla cocente voglia di riscatto e crescita personale; e poi Frank è un personaggio macchietta, non approfondito, che entra all'improvviso nella vita di Tony comunicandogli la sua scelta di abbandonare il sacerdozio, ha una conversazione riguardante l'aborto con uno degli amici di suo fratello, e poi se ne va come se ne è arrivato, lasciando il nulla sullo schermo. Il finale con Tony e Sthephanie davanti la finestra è una nota di speranza che dura il tempo di pensare a una possibile continuazione del film (sì, esiste un sequel, ma lo ignoro bellamente): dureranno quanto un refolo di vento. 


Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia):


Titolo originale: Saturday Night Fever
Paese di produzione: Stati Uniti
Anno: 1977
Durata: 114 min
Genere: drammatico, musicale
Regia: John Badham
Sceneggiatura: Norman Wexler
Produttore: Robert Stigwood
Fotografia: Ralf D. Bode
Montaggio: David Rawlins
Musiche: David Shire
Tema musicale: Barry Gibb, Maurice Gibb, Robin Gibb
Scenografia: Charles Bailey
Costumi: Patrizia von Brandenstein
Trucco: Max Henriquez, Joe Tubens

Interpreti e personaggi:
John Travolta: Tony Manero
Karen Lynn Gorney: Stephanie Mangano
Barry Miller: Bobby C.
Joseph Cali: Joey
Paul Pape: Double J.
Donna Pescow: Annette
Bruce Ornstein: Gus
Julie Bovasso: Flo Manero, madre di Tony
Martin Shakar: Frank Manero Jr., fratello
Sam Coppola: Dan Fusco
Nina Hansen: nonna
Lisa Peluso: Linda Manero, sorella di Tony
Val Bisoglio: Frank Manero Sr., padre di Tony
Denny Dillon: Doreen
Bert Michaels: Pete
Robert Costanzo: cliente del negozio
Robert Weil: Becker
Shelly Batt: ragazza della discoteca
Fran Drescher: Connie
Donald Gantry: Jay Langhart
Murray Moston: venditore
William Andrews: detective
Ann Travolta: ragazza
Helen Travolta: signora al negozio
Ellen March: commessa del bar
Monti Rock III: DJ
Roy Cheverie: partner spaiato
Adrienne King: ballerina
Alberto Vazquez: membro di una gang portoricana

Doppiatori italiani:
Edizione originale
Flavio Bucci: Tony Manero
Ludovica Modugno: Stephanie Mangano
Claudio Sorrentino: Bobby C.
Laura Gianoli: Annette
Antonio Colonnello: Frank Manero Jr.

Ridoppiaggio (2002)
Claudio Sorrentino: Tony Manero
Alessandra Korompay: Stephanie Mangano
Corrado Conforti: Bobby C.
Luigi Ferraro: Joey
Francesco Pezzulli: Double J.
Francesca Guadagno: Annette
Simone Crisari: Gus
Maria Pia Di Meo: Flo Manero
Christian Iansante: Frank Manero Jr.
Vittorio Amandola: Dan Fusco
Saverio Indrio: Frank Manero Sr., padre di Tony
Stefano Mondini: DJ

Denny B.

3 commenti:

  1. Perfetto no, ma pieno di pretesti buoni per credere in ciò che si ama. Della serie: "lasciatemi sognare in pace". Ogni tanto ci vogliono film così. =)

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  2. Per me è un cult assoluto, visto sin da quando ero bambina si può dire xD

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  3. Ecco, uno di quei classici che non ho mai visto...

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