lunedì 13 gennaio 2014

La vita di Adele è un drammetto lesbico

La vita di Adele

★★

Lasciato scorrere l'entusiasmo quasi generale per La vita di Adele che ha vinto la Palma d'oro al Festival di Cannes di quest'anno, e ha perso ai Golden Globe, premio andato a tutti noi con la vittoria del meraviglioso La grande bellezza, mi sono accinto a guardarlo, finalmente, dopo essere stato ignorato almeno nelle sale relativamente vicine al mio domicilio complici il bigottismo di un paese ormai irrecuperabile.

"Non ci saranno scene di nudo nella recensione? E che cavolo la
leggo a fare?"
Lille. Francia. L'adolescente Adele (Adele Exarchoupolos) ama mangiare, leggere e da grande vorrebbe fare la maestra di una scuola materna. Un giorno, mentre si sta recando a un appuntamento con un suo spasimante, incrocia lo sguardo di una ragazza dai capelli blu, che le resta così impressa nella mente che la notte si masturba pensandola. Dopo aver lasciato il suo ragazzo, una sera, Adele si ritrova in un bar gay dove incontra nuovamente la ragazza dai capelli blu che le dice di chiamarsi Emma (Léa Seydoux) e di essere una studentessa di Belle Arti con cui instaura un'amicizia che ci mette poco a tramutarsi in una tumultuosa passione amorosa. Adele ed Emma vanno a vivere assieme e sembra filare tutto liscio fino a quando la prima, sentitasi un po' trascurata dalla seconda, la tradisce con un suo collega maestro. 


"Questo bambini è il nuovo libro della Mazzantini. Come potete
vedere ci sono solo figure perché non sa scrivere."
Alors mes amis, La vita di Adele è un buon film, niente di più e niente di meno. Questo è ciò che vi dice la mia anima candida e zen. Invece la mia anima lapidaria ci tiene a informarvi che La vita di Adele è un porno lesbo-soft con intermezzi di esistenza quotidiana e avanzi drammatici di quint'ordine. Cercherò di unirle entrambe senza offendere né l'una né l'altra. 

"Ehi, che succede amico?"
Il primo capitolo del film è prettamente erotica, legata ai sensi, e da campo libero agli ormoni di Adele, che è una Bugs Bunny ebete dagli occhioni pronunciati perennemente con i capelli incollati sul viso dotata però di una sua particolare ed evidente sensualità, ed Emma, un'androgina di marmo che si accorge nella seconda metà del film che ha un colore di capelli improponibile e rimedia con un biondo paglierino. Il secondo capitolo invece è dedicato alla loro vita quotidiana con le aspirazioni e i progetti pronunciati a letto dopo una lunga festa e l'immancabile routine di un rapporto che è destinato a spegnersi lentamente. 


"Sto Denny B. è proprio bravo. Un po' stronzo, acido, ipercritico
e superbo, ma è troppo bravo."
I difetti evidenti non sono riscontrabili nelle ottime interpretazioni di due attrici protagoniste, tra l'altro, di lunghe e concitate scene di sesso saffico con le quali il regista Abdellaif Kechiche si masturberà vita natural durante (Léa Seydoux ha affermato in un'intervista che costringeva lei e Adele a stare ore nude con la testa sul grembo l'una dell'altra e poi non vorrei rovinarvi il realismo nudo e crudo di tali scene, ma durante l'atto copulatorio indossavano delle vagine finte, mettevi il cuore in pace), ma negli interrogativi che rimangono inevasi per tutto il film: come reagiscono i genitori di Adele all'omosessualità della propria figlia? come affronta Adele le "accuse" di omosessualità lanciategli da una sua compagna di scuola pettegola? quando diviene maestra (così repentinamente) come fa ad arginare le voci riguardo alla sua vita privata che corrono più veloci di un purosangue? Il film è manchevole di un analisi acuta o per lo meno decente di un rapporto consolidato e alla luce del sole (o dell'ombra?).


Chiudiamo con una bella immagine.
Tirando le somme La vita di Adele non è assolutamente un capolavoro. Se ai critici basta un po' di scene d'amore lesbico per issare la bandiera del sacro attributo perenne allora non siamo manco alla frutta, ma direttamente all'ammazza-caffè. Consiglio loro e a tutti la visione di L'altra metà dell'amore, forse il più bel film con protagoniste due donne amanti. 



Qui di seguito la scheda film (fonte Wikipedia): 

Titolo originale: La Vie d'Adèle - Chapitres 1 & 2
Paese di produzione: Francia, Belgio, Spagna
Anno: 2013
Durata: 179 min
Generedrammatico
Regia: Abdellatif Kechiche
Soggetto: Julie Maroh
Sceneggiatura: Abdellatif Kechiche, Ghalia Lacroix
Produttore: Olivier Thery Lapiney, Laurence Clerc
Produttore esecutivo: Abdellatif Kechiche, Vincent Maraval, Brahim Chioua
Casa di produzione: Wild Bunch, Quat'sous Films, Alcatraz Films, Scope Pictures, Vertigo Films, France 2 Cinéma, RTBF
Distribuzione (Italia): Lucky Red Distribuzione
Fotografia: Sofian El Fani
Montaggio: Camille Toubkis, Albertine Lastera, Jean-Marie Lengelle, Ghalya Lacroix, Sophie Brunet

Interpreti e personaggi:
Adèle Exarchopoulos: Adèle
Léa Seydoux: Emma
Salim Kechiouche: Samir
Aurélien Recoing: padre di Adèle
Catherine Salée: madre di Adèle
Benjamin Siksou: Antoine
Mona Walravens: Lise
Jeremie Laheurte: Thomas
Alma Jodorowsky: Béatrice
Sandor Funtek: Valentin

Doppiatori italiani:
Domitilla D'Amico: Emma
Alessia Amendola: Adèle
Davide Perino: Thomas

Denny B.












2 commenti:

  1. secondo me quei salti, quei buchi, sono voluti, esattamente come le inquadrature quasi sempre strettissime. è come se il regista volesse dire «me ne fotto di quello che c'è fuori, io voglio parlare solo di loro». ma magari è una mia interpretazione... in tema lesbo, ti consiglio un piccolo misconosciuto film americano del 1985, Cuori nel deserto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se riesco a procurarmelo non mancherò di vederlo, grazie :)

      Elimina